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Notizie, scadenze, novità in tema di Sicurezza negli ambienti di lavoro.

giovedì 24 dicembre 2015

AUGURI DI BUON NATALE E DI BUONE FESTE

ABROGATO OBBLIGO REGISTRO INFORTUNI DAL 23/12/15


Dal 23/12/15 decade l'obbligo per i datori di lavoro di tenuta del registro infortuni come previsto dal D.Lgs. 14 settembre 2015, n. 151.
Il provvedimento, come noto, è intervenuto sulla disciplina in materia di salute e sicurezza sul lavoro (articolo 20), razionalizzando altresì alcuni adempimenti in materia di infortuni sul lavoro e malattie professionali (articolo 21) e modificando l'apparato sanzionatorio per il contrasto al lavoro sommerso e irregolare e la sicurezza sui luoghi di lavoro (articolo 22).

Per effetto della disposizione richiamata non solo il datore di lavoro non sarà più tenuto ad istituire il registro ma potrà anche omettere la sua conservazione che, prima della sua decadenza, era prevista per almeno quattro anni dall'ultima registrazione o dalla cessazione dell'attività.

Ovviamente rimane buona prassi tener traccia degli infotuni per il calcolo degli indici infortunistici aziendali.

venerdì 18 dicembre 2015

BANDO INAIL ISI 2016 (fino a 130.000 euro a fondo perduto)


CONTRIBUTO DEL 65% A FONDO PERDUTO
MASSIMO € 130.000 AD AZIENDA

Questa è solo un'anticipazione del prossimo bando ISI INAIL 2016 a fondo perduto per aziende che realizzeranno investimenti in impianti, macchinari, attrezzature o migliorie legate alla sicurezza dei lavoratori.



Con delibera del 16/9/15 l’INAIL ha confermato anche per il 2015 il Bando INAIL ISI che prevede un contributo a Fondo Perduto del 65% fino a 130.000 € per interventi e investimenti finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Tale delibera ha già evidenziato alcune novità del bando che uscirà a breve.

In particolare:

    - il 30% delle risorse nazionali stanziate, finanzierà progetti inerenti la bonifica dell’amianto
    - l’INAIL emanerà un bando ad hoc per il settore agricoltura
    - nel corso del 2016 è previsto anche un bando per il settore del terziario

Siamo in attesa dell’uscita del bando con le indicazioni dei requisiti e delle procedure di presentazione.
Questo però è senz’altro il momento più opportuno per una breve analisi dei Vostri fabbisogni, al fine di ottimizzare le attività di progetto. Il tutto senza alcun impegno.

Il nostro staff è esperto sulla gestione di ogni fase del progetto ISI INAIL, dall’elaborazione, inserimento e conferma delle informazioni, al coordinamento del click day, fino alla gestione e rendicontazione finale.

L’assistenza al progetto è a “buon fine”, cioè legata ad un accordo economico valido solamente nel caso in cui il progetto venga effettivamente finanziato.

Per informazioni: info@seisicuro.net

lunedì 7 dicembre 2015

FAV (FIBRE ARTIFICIALI VETROSE) - Atti del convegno tenuto il 03/12/2015 a Milano

Linee Guida della Conferenza Stato Regioni sui rischi e le misure di prevenzione per la tutela della salute

 
Organizzato da Assoprev, in collaborazione con Labor Medical, StrategicAdvice, con il Patrocinio di F.I.V.R.A.

LO SCONOSCIUTO GAS RADON SECONDO SOLO AL FUMO DI TABACCO

Una prolungata esposizione al radon accresce il rischio di insorgenza di carcinoma polmonare e l’Organizzazione Mondiale della Sanità pone il radon al secondo posto come fattore di rischio dopo il fumo di tabacco, tutatvia non ci si spiega perchè il questo gas radioattivo sia ancora così mediaticamente boicottato.
Misurazione e valutazione del rischio per presenza di gas radon sono un obbligo per i datori di lavoro che impegnano lavoratori in luoghi seminterrati o interrati, mentre è un'attività di controllo senza alcun obbligo per il privato.
Sei Sicuro propone sia misurazione che valutazione di esposizione a rischio da gas radon per aziende e privati:
  • aziende in ottemperanza a quanto richiesto dal D.Lgs 230/95;
  • privati per valutare la salubrità dei propri luoghi di vita: bene è contenere entro i 400Bq/m3 la concentrazioen di radon media annua.




Segue un'estratto della legge di riferimento che è applicabile solo ai luoghi di lavoro.

Riferimenti normativi

La legge che regola l'argomento radon in Italia è il D. Lgs. 230/95 così come modificato dal D.Lgs. 241/2000. Detto atto normativo obbliga i datori di lavoro, che impieghino personale in ambienti di lavoro sotterranei, a far valutare la dose ricevuta da tali lavoratori per inalazione di radon. Se tutta o parte dell'attività di una ditta si svolge in ambiente sotterraneo (officina, autorimessa, magazzino, uffici a vario titolo) e vi sono uno o più dipendenti che vi prestano la loro opera per più di 10 ore al mese, il caso ricade sotto la normativa, che prescrive valori limite per la concentrazione di radon nell'aria degli ambienti interessati.

E' esplicitamente esclusa la sua applicazione alle abitazioni. Le misure devono essere eseguite da un laboratorio idoneamente attrezzato e le valutazioni di dose alle persone devono essere fatte da un esperto qualificato della radioprotezione. Decreto Legislativo del Governo 17 marzo 1995 n° 230 e successive integrazioni e modifiche (D. Lgs.187/2000, D.Lgs.241/2000, D.Lgs.257/2001) (estratto): "

Art. 10 bis

Campo di applicazione

Le disposizioni del presente capo si applicano alle attività lavorative nelle quali la presenza di sorgenti di radiazioni naturali conduce ad un significativo aumento dell'esposizione dei lavoratori o di persone del pubblico, che non può essere trascurato dal punto di vista della radioprotezione. Tali attività comprendono: a) attività lavorative durante le quali i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti a prodotti di decadimento del radon o del toron, o a radiazioni gamma o ad ogni altra esposizione in particolari luoghi di lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei; b) attività lavorative durante le quali i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposti a prodotti di decadimento del radon o del toron, o a radiazioni gamma o ad ogni altra esposizione in luoghi di lavoro diversi da quelli di cui alla lettera a) in zone ben individuate o con caratteristiche determinate; …"

Art. 10 ter

Obblighi dell'esercente

1. Nei luoghi di lavoro nei quali si svolgono le attività lavorative di cui all'articolo 10 bis, comma 1, lettera a), l'esercente, entro ventiquattro mesi dall'inizio dell'attività, procede alle misurazioni di cui all'allegato I bis, secondo le linee guida emanate dalla Commissione di cui all'articolo 10 septies. 2. Nei luoghi di lavoro nei quali si svolgono le attività lavorative di cui all'articolo 10 bis, comma 1, lettera b), in zone o luoghi di lavoro con caratteristiche determinate individuati dalle regioni e province autonome, ai sensi dell'articolo 10 sexies, ad elevata probabilità di alte concentrazioni di attività di radon, l'esercente procede, entro ventiquattro mesi dall'individuazione o dall'inizio della attività, se posteriore, alle misurazioni di cui all'allegato I bis secondo le linee guida emanate dalla Commissione di cui all'articolo 10 septies e a partire dai locali seminterrati o al piano terreno. 3. Nei luoghi di lavoro nei quali si svolgono le attività lavorative di cui all'articolo 10 bis, comma 1, lettere c), d), limitatamente a quelle indicate nell'allegato I bis, ed e), l'esercente, entro ventiquattro mesi dall'inizio della attività, effettua una valutazione preliminare sulla base di misurazioni effettuate secondo le indicazioni e le linee guida emanate dalla Commissione di cui all'articolo 10 septies.
Nel caso in cui le esposizioni valutate non superino il livello di azione di cui all'allegato I bis, l'esercente non è tenuto a nessun altro obbligo eccettuata la ripetizione delle valutazioni con cadenza triennale o nel caso di variazioni significative del ciclo produttivo. Nel caso in cui risulti superato il livello di azione, l'esercente è tenuto ad effettuare l'analisi dei processi lavorativi impiegati, ai fini della valutazione dell'esposizione alle radiazioni ionizzanti dei lavoratori, ed eventualmente di gruppi di riferimento della popolazione, sulla base della normativa vigente, delle norme di buona tecnica e, in particolare, degli orientamenti tecnici emanati in sede comunitaria. Nel caso in cui risulti superato l'80% del livello di azione in un qualsiasi ambiente cui le valutazioni si riferiscano, l'esercente è tenuto a ripetere con cadenza annuale le valutazioni secondo le indicazioni e le linee guida emanate dalla Commissione di cui all'articolo 10 septies. 4. Per le misurazioni previste dai commi 1 e 2, l'esercente si avvale di organismi riconosciuti ai sensi dell'articolo 107, comma 3, o, nelle more dei riconoscimenti, di organismi idoneamente attrezzati, che rilasciano una relazione tecnica contenente il risultato della misurazione. 5. Per gli adempimenti previsti dal comma 3, l'esercente si avvale dell'esperto qualificato. L'esperto qualificato comunica, con relazione scritta, all'esercente: il risultato delle valutazioni effettuate, i livelli di esposizione dei lavoratori, ed eventualmente dei gruppi di riferimento della popolazione, dovuti alla attività, le misure da adottare ai fini della sorveglianza delle esposizioni e le eventuali azioni correttive volte al controllo e, ove del caso, alla riduzione delle esposizioni medesime.

Art. 10 quater

Comunicazioni e relazioni tecniche

1. In caso di superamento dei livelli di azione di cui all'articolo 10 quinquies, gli esercenti che esercitano le attività di cui all'articolo 10 bis, comma 1, lettere a), b), c), d) ed e) inviano una comunicazione in cui viene indicato il tipo di attività lavorativa e la relazione di cui all'articolo 10 ter, commi 4 e 5, alle Agenzie regionali e delle province autonome competenti per territorio, agli organi del Servizio sanitario nazionale competenti per territorio e alla Direzione provinciale del lavoro. 2. La Direzione provinciale del lavoro trasmette i dati di cui al comma 1 al Ministero del lavoro ai fini del loro inserimento in un archivio nazionale che il Ministero stesso organizza avvalendosi delle strutture esistenti e nei limiti delle ordinarie risorse di bilancio; detto Ministero a richiesta, fornisce tali dati alle autorità di vigilanza e ai ministeri interessati. 3. Le comunicazioni e le relazioni di cui al comma 1 sono inviate entro un mese dal rilascio della relazione.

Art. 10 quinquies

Livelli di azione

1. Per i luoghi di lavoro di cui all'articolo 10bis, comma 1, lettere a) e b), le grandezze misurate non devono superare il livello di azione fissato in allegato I bis.
2. Nel caso in cui le grandezze di cui al comma 1 non superino il livello di azione ma siano superiori all'80% del livello di azione, l'esercente assicura nuove misurazioni nel corso dell'anno successivo.
3. Nel caso di superamento del livello di azione di cui all'allegato I bis, l'esercente, avvalendosi dell'esperto qualificato, pone in essere azioni di rimedio idonee a ridurre le grandezze misurate al di sotto del predetto livello, tenendo conto del principio di ottimizzazione, e procede nuovamente alla misurazione al fine di verificare l'efficacia delle suddette azioni. Le operazioni sono completate entro tre anni dal rilascio della relazione di cui all'articolo 10 ter, comma 4, e sono effettuate con urgenza correlata al superamento del livello di azione. Ove, nonostante l'adozione di azioni di rimedio, le grandezze misurate risultino ancora superiori al livello prescritto, l'esercente adotta i provvedimenti previsti dal capo VIII, ad esclusione dell'articolo 61, comma 2 e comma 3, lettera g), dell'articolo 69 e dell'articolo 79, commi 2 e 3, fintanto che ulteriori azioni di rimedio non riducano le grandezze misurate al di sotto del predetto livello di azione, tenendo conto del principio di ottimizzazione.
4. Le registrazioni delle esposizioni di cui al comma 3 e le relative valutazioni di dose sono effettuate con le modalità indicate nell'allegato I bis o nell'allegato IV, ove applicabile. Nel caso in cui il lavoratore sia esposto anche ad altre sorgenti di radiazioni ionizzanti di cui all'articolo 1, comma 1, le dosi dovute ai due diversi tipi di sorgenti sono registrate separatamente, fermi restando gli obblighi di cui agli articoli 72, 73 e 96.
5. L'esercente non è tenuto alle azioni di rimedio di cui al comma 3 se dimostra, avvalendosi dell'esperto qualificato, che nessun lavoratore è esposto ad una dose superiore a quella indicata nell'allegato I bis; questa disposizione non si applica agli esercenti di asili-­‐nido, di scuola materna o di scuola dell'obbligo.
6. Per i luoghi di lavoro di cui all'articolo 10 bis, comma 1, lettere c), d) ed e), fermo restando l'applicazione dell'articolo 23, se dall'analisi di cui all'articolo 10 ter risulta che la dose ricevuta dai lavoratori o dai gruppi di riferimento della popolazione supera i rispettivi livelli di azione di cui all'allegato I bis, l'esercente adotta, entro tre anni, misure volte a ridurre le dosi al di sotto di detti valori e, qualora, nonostante l'applicazione di tali misure, l'esposizione risulti ancora superiore ai livelli di azione, adotta le misure previste dal capo VIII e dal capo IX, sulla base dei presupposti previsti negli stessi capi.
7. Le registrazioni delle esposizioni di cui al comma 6 e le relative valutazioni di dose sono effettuate con le modalità indicate nell'allegato I bis e nell'allegato IV, ove applicabile.
8. Nel caso in cui risulta che l'esposizione dei lavoratori o dei gruppi di riferimento della popolazione non supera i livelli di azione di cui all'allegato I bis, l'esercente esegue un controllo radiometrico, qualora variazioni del processo lavorativo o le condizioni in cui esso si svolge possano far presumere una variazione significativa del quadro radiologico.

Livello di azione

Valore di concentrazione di attività di radon in aria o di dose efficace, il cui superamento richiede l'adozione di azioni di rimedio che riducano tale grandezza a livelli più bassi del valore fissato.

Radon

Deve intendersi l'isotopo 222 del radon.

Thoron

Deve intendersi l'isotopo 220 del radon.

Misurazioni

Le misurazioni di cui all'articolo 10 ter, commi 1 e 2, sono fissate in concentrazioni di attività di radon medie in un anno.

Livelli di azione

Per i luoghi di lavoro di cui all'articolo 10.bis, comma 1, lettere a) e b), il livello di azione è fissato in termini di 500 Bq/m3 di concentrazione di attività di radon media in un anno. Per i luoghi di lavoro di cui all'articolo 10.bis, comma 1, lettere c), d) ed e) il livello di azione per i lavoratori è fissato in termini di 1 mSv/anno di dose efficace. In questo livello di azione non si tiene conto dell'eventuale esposizione a radon derivante dalle caratteristiche geofisiche e costruttive dell'ambiente su cui viene svolta l'attività lavorativa, per la quale esposizione si applica il livello di azione di cui alla lettera a), fatta eccezione per gli stabilimenti termali.
Per i luoghi di lavoro di cui all'articolo 10.bis, comma 1, lettere c) e d), il livello di azione per le persone del pubblico è fissato in termini in 0,3 mSv/anno di dose efficace. Il datore di lavoro non è tenuto, ai sensi dell'art.10 quinquies comma 8, a porre in essere azioni di rimedio ove la dose di cui allo stesso comma non sia superiore a 3 mSv/anno.

venerdì 4 dicembre 2015

OBBLIGO DEFIBRILLATORE IN TUTTE LE PALESTRE

La deroga in corso definisce come termine ultimo il giorno 01.01.2016 per dotare tutte le palestre anche dilettantistiche di DAE (defibrillatore semiautomatico) e personale formato all'uso. E' bene tutatvia leggersi il DM 18/03/2011 dove nel campo di applicazione si escludono le palestre dove si eseguono attività ginniche a basso sforzo.

Sei Sicuro fornisce il pacchetto DAE +formazione certificata IRC ad un prezzo interessante.

Breve cronistoria

Il Decreto Ministeriale del 18 Marzo 2011 prevede la diffusione tra le aree identificate per collocare i defibrillatori ci sono quelle con particolare afflusso di pubblico e quelle dove si pratica attività ricreativa ludica, attività sportiva agonistica e non agonistica anche a livello dilettantistico, stadi e centri sportivi.
Il Decreto Ministeriale 24 Aprile 2013 ha poi dettato le linee guida sulla dotazione e l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e di altri eventuali salvavita. E' obbligatoria la presenza del defibrillatore semiautomatico presso tutte le società sportive dilettantistiche e professionistiche.
Il Decreto specifica che l’onere della dotazione del defibrillatore semiautomatico e della sua manutenzione è a carico della società e che le società che operano in uno stesso impianto sportivo, ivi compresi quelli scolastici, possono associarsi nella dotazione del dispositivo salvavita.
Le società singole o associate possono demandare l’onere della dotazione e della manutenzione del defibrillatore semiautomatico al gestore dell’impianto attraverso un accordo che definisca le responsabilità in ordine all’uso e alla gestione. In ogni caso, le società che utilizzano permanentemente o temporaneamente un impianto sportivo devono assicurarsi della presenza e del regolare funzionamento del dispositivo.
Ai fini della formazione del personale devono essere individuati soggetti che all’interno dell’impianto sportivo per disponibilità, presenza temporale nell’impianto stesso e presunta attitudine appaiono più idonei a svolgere il compito di primo utilizzatore (first responder).
La presenza di una persona formata all’utilizzo del defibrillatore deve essere garantita nel corso delle gare e degli allenamenti. Viene da sé che il numero delle persone da formare deve essere sufficiente a coprire le esigenze della società.
ne graduale, ma capillare dei defibrillatori semiautomatici che deve avvenire mediante una distribuzione strategica in modo da costituire una rete di defibrillatori che possano essere ut ilizzati entro quattro/cinque minuti dall’arresto cardiaco.

Prossimi corsi formazione


Verona, 11/12/15
CORSO PER LAVORI STRADALI

Verona, 18/12/15
AGGIORNAMENTO CEI 11-27 : 2014
Addetti ai lavori elettrici (PES, PAV, PEI)

Verona, 21/12/15
CORSO PER ADDETTI A POSA DI SEGNALETICA STRADALE
D.I. 04/03/2013

Verona, 29-30/12/15
CORSO PER PIATTAFORMA ELEVABILE
con e senza stabilizzatori


CORSO GRU SU AUTOCARRO
Si raccolgono adesioni.

IMPIANTI TERMICI. Vademecum per esercizio e manutenzione.

Il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato una guida per la corretta gestione degli impianti
termici (riscaldamento e raffrescamento).


Hanno collaborato ENEA, Adiconsum, Assoclima, Assotermica, Confartigianato, Federconsumatori, Unione consumatori e il Salvagente.

Scarica la guida