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lunedì 30 gennaio 2017

Infortuni sul lavoro in aumento nel 2016


(di Tania Careddu - tratto da  http://www.altrenotizie.org)

Lo si può definire un annus horribilis, quello appena concluso, per l’andamento infortunistico sul lavoro. Dopo decenni di contrazione del fenomeno, il 2016 ha segnato un rallentamento della dinamica favorevole, prospettando un bilancio con un saldo che, dopo tanti meno, è destinato (forse) a cambiare di segno.

Per il momento, i dati dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro rivelano un incremento delle denunce di infortuni di circa cinquemila e duecento unità, passando dagli oltre cinquecentottantaduemila del 2015 ai cinquecento e ottantasei mila e seicento dello scorso anno. Stesso trend per le malattie professionali, con un più 2,9 per cento, raggiungendo le quasi cinquantaseimila unità.
Con ritmi frenetici, tanto che dal 2008 ad oggi, le denunce sono raddoppiate e, nel contesto, sono cresciute in maniera esponenziale quelle collegate alle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico, mentre quelle tradizionali – respiratorie, cutanee, ipoacusie da rumore e tumori - più diffuse, sono stabili o leggermente diminuite.

Così come, fortunatamente, le morti bianche: un calo consistente di centoquarantacinque unità. Sono state novecentotrentacinque quelle avvenute nel 2016, comprese, ultime in ordine cronologico, quelle di Messina, con tre operai deceduti mentre lavoravano all’interno di una cisterna di una nave ancorata al porto della città siciliana.

Sebbene da un punto di vista strettamente tecnico non si possa sostenere la correlazione o un corrispondenza strettamente misurabile tra fine della crisi economica, aumento della produzione e dell’occupazione e crescita degli infortuni, tuttavia è innegabile che un aumento del monte-lavoro (espresso in numero di occupati e di ore lavorate) equivalga a un aumento dell’esposizione al rischio.
Il tentativo di rilancio della ripresa economica si è solo concentrato sulla riduzione dei costi e ha innescato una progressiva accelerazione dei ritmi di lavoro, del grado di utilizzo degli impianti, dell’assunzione di personale temporaneo, precario e (probabilmente) inesperto. Tutti elementi che incidono negativamente sugli standard di sicurezza abituali e possono generare situazioni di pericolo.

A ragion del vero, infatti, segnali di ripresa si stanno manifestando principalmente nell’area della produzione manifatturiera, nei servizi alle imprese e nei trasporti; proprio quei settori, insieme alla metalmeccanica e alla fabbricazione di autoveicoli, in cui si sono registrati i peggioramenti nel trend degli incidenti. Calano, invece, secondo i dati INAIL, quelli verificatisi in agricoltura.

Una stima però, quest’ultima, che l’Osservatorio indipendente di Bologna, che dal 2008 conteggia i morti e gli incidenti sul lavoro, senza annullare le partite IVA e le restanti posizioni lavorative inesistenti per le statistiche ufficiali, non conferma. Anzi, segnala un aumento dei decessi del 31 per cento, considerando i braccianti non assicurati e perciò non risultanti nelle liste INAIL, al pari dei lavoratori nell’edilizia con il 19,6 per cento di morti bianche. Ma bianche o nere che siano, sono ancora troppe.

Nuova Norma CEI 64-8 8.1 Efficienza energetica.

Il baricentro dei carichi secondo la nuova Norma CEI 64-8/8-1

Lo scorso novembre è entrata in vigore la parte 8-1 della Norma CEI 64-8Efficienza energetica degli impianti elettrici”, equivalente italiano del documento europeo HD 60634-8-1, già in vigore dal 2015. La Norma contiene “prescrizioni e raccomandazioni per il progetto di un impianto elettrico nel quadro di un approccio di gestione dell’efficienza energetica per ottenere il miglior servizio permanente funzionalmente equivalente con il consumo di energia elettrica più basso e nelle condizioni di disponibilità di energia e di equilibrio economico più accettabili”.
Sostanzialmente si tratta di una raccolta di consigli per ottimizzare la progettazione, l’installazione e la verifica dell’impianto alla luce delle opportunità tecnologiche odierne, sulla base non solo delle esigenze del committente, ma anche su criteri oggettivi di razionalità: la parte ottava è stata scritta tenendo conto dei seguenti aspetti:
- profilo di carico (attivo o passivo);
- disponibilità di produzione locale (ad esempio fotovoltaico);
- riduzione delle perdite;
- disposizione dei circuiti riguardo all’efficienza energetica (maglie);
- uso di energia secondo la domanda del committente;
- struttura tariffaria del fornitore di energia.
Come sempre le indicazioni fornite dalla Norma si applicano ai nuovi impianti e ai rifacimenti di impianti esistenti. I provvedimenti (che riguardano non solo gli edifici ma anche le infrastrutture) per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’impianto elettrico non devono ovviamente interferire con le misure passive di efficienza energetica dell’edificio.
In sintesi, la norma affronta i seguenti argomenti:
- progetto (capitolo 6);
- determinazione delle zone, degli utilizzi, delle maglie (capitolo 7);
- sistema di gestione dell’efficienza energetica e dei carichi (capitolo 8);
- manutenzione e miglioramento delle prestazioni (capitolo 9);
- parametri per la realizzazione delle misure di efficienza (capitolo 10);
Il progetto
In fase di progettazione occorre prendere in considerazione una serie di fattori a partire dal profilo di carico, ovvero dalla determinazione delle principali richieste di carico in kVA degli utilizzatori, le loro durate di funzionamento e una stima del consumo annuale in kWh. Sulla base di queste informazioni la Norma fornisce delle metodologie per determinare il numero ottimale di cabine di trasformazione e il loro posizionamento. Il documento fornisce veloci raccomandazioni sull’efficienza dei trasformatori, sulla sezione ottimale dei conduttori, sulla correzione del fattore di potenza e sul miglioramento della qualità dell’energia.
Il baricentro dei carichi
Per trasportare energia elettrica conviene aumentare la tensione per ridurre la corrente, a parità di potenza, e quindi le perdite per effetto joule. Conviene quindi posizionare la cabina di trasformazione in un punto “strategico”. La determinazione del “baricentro dei carichi”, criterio di primaria importanza nella progettazione di un impianto, è oggetto dell’allegato A del documento. Questo aspetto è fondamentale in quanto all’errato posizionamento della cabina di trasformazione consegue un aggravio di costi per tutta la vita dell’impianto.
Le formule da utilizzare, proposte nella 64-8 sono le seguenti:

A seconda della necessità di effettuare il calcolo in tre (a) o due (b) dimensioni. Le due formule possono sembrare complicate, ma si tratta di semplici “medie pesate” sui carichi delle coordinate. Sembreranno ancora più semplici se applicate ad un impianto reale:

Figura 1 – Esempio reale per la determinazione della posizione della cabina di trasformazione in uno stabilimento.
Nello stabilimento è stato inizialmente previsto il posizionamento della cabina di trasformazione in “a” (figura 2), in corrispondenza del punto di consegna dell’energia (fornitura MT).

Figura 2 – Planimetria dello stabilimento in esame. Inizialmente la cabina di trasformazione era stata pensata in “a”, in corrispondenza del punto di consegna MT. I rettangoli rosa rappresentano i 5 carichi principali, considerati nel calcolo del baricentro.
Vengono quindi considerati i profili di carico, ovvero le principali richieste di energia: i carichi in kVA insieme alle loro durate di funzionamento o una stima del consumo annuale in kWh. Nell’esempio si ha a disposizione quest’ultimo dato.


Figura 3 – Consumi annui stimati per i carichi considerati nell’esempio.
Facendo riferimento alla figura 2, dall’analisi degli utilizzatori 1,2,3,4,5 si è rilevato quanto segue (i numeri tra parentesi indicano le coordinate degli assi cartesiani con origine nel vertice in basso a sinistra dello stabilimento):
- Carico 1 (10, 80) 180 MWh/anno;
- Carico 2 (130, 120) 18 MWh/anno;
- Carico 3 (65, 60) 60 MWh/anno;
- Carico 4 (65, 20) 320 MWh/anno;
- Carico 5 (135,20) 160 MWh/anno.
Si procede quindi al calcolo delle coordinate del baricentro, applicando la formula:

Risultano quindi ottimali le coordinate (100, 40):
















Figura 4 – La “X” rossa rappresenta il baricentro ideale dei carichi.
E’ stato quindi concordato con il committente, sulla base delle esigenze produttive, di spostare la cabina di trasformazione in “b” (figura 5 seguente). Dai calcoli risulta inoltre che, rispetto alla configurazione con la cabina di trasformazione in “a”, si risparmiano circa 4 km di cavi BT.



Figura 5 – Riposizionamento della cabina di trasformazione in “b”. La cabina si trova sul lato dello stabilimento, circa 10 metri più a sud del punto ideale, per esigenze del committente.

Tratto da NT24.it

venerdì 13 gennaio 2017

Privacy: nuovo Regolamento UE 2016 / 679

Il Gruppo dei Garanti Ue (WP 29) ha approvato lo scorso 13 dicembre tre documenti con indicazioni e raccomandazioni su importanti novità del Regolamento 2016/679 sulla protezione dei dati, in vista della sua applicazione da parte degli Stati membri a partire dal maggio 2018. Le linee guida, alla cui elaborazione il Garante italiano ha attivamente partecipato, riguardano il "responsabile per la protezione dei dati" (Data Protection Officer - DPO), il diritto alla portabilità dei dati, l'"autorità capofila" che fungerà da "sportello unico" per i trattamenti transnazionali. Leggi tutto

Somministrazione di lavoro e assunzione disabili

Interpello n. 23/2016 - Destinatario: Confimi Industria 


 
 

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